Vannacci, che brutta figura i grandi media!
In primo pianoPoliticaSocietà(Intervista di Alessandra Ricciardi a Luca Ricolfi, uscita il 7 settembre su “Italia Oggi”).
- Professore, il generale Vannacci ha trovato un editore per il suo libro, dopo aver stravenduto con l’edizione on line. È nata una stella?
Le stelle brillano in cielo da milioni di anni, quella di Vannacci non si sa ancora quanto durerà. Però, fin da quando è uscito, non ho condiviso la supponente profezia dei commentatori politici: “dal 1° settembre non se ne parlerà più”. Mi aspettavo una tenuta, anche per ragioni tecniche: il file in pdf del libro sta girando vorticosamente su internet, le copie vendute da Amazon sono solo una frazione del circolante.
- Lei lo ha letto il libro?
Dalla prima riga all’ultima, ero troppo incuriosito.
- E non ha trovato che alcune tesi su gay e donne siano politicamente scorrette se non discriminatorie?
Attenzione: quasi tutto quel che una persona normale pensa e dice è considerato politicamente scorretto dalle guardie rosse del pensiero. E, nel mondo inquinato dai social, è impossibile esprimere un’idea senza che qualcuno si senta offeso, poco rispettato, discriminato, deriso, eccetera.
Ma non voglio sfuggire alla domanda. È vero, nel libro di Vannacci si trovano frasi ironiche sui gay e sulle femministe (ad esempio “moderne fattucchiere”), ma nulla che possa essere interpretato come razzismo, sessismo, o giustificazione di pratiche discriminatorie. Quel che mi colpisce, semmai, è un’altra cosa…
- Quale?
Il quasi completo disinteresse dei media, degli studiosi, degli intellettuali per il contenuto delle proposte del Generale, alcune delle quali sono più che ragionevoli, o comunque difendibili. Sul clima e sull’ambiente, ad esempio, Vannacci espone – con molto maggiore dovizia di argomenti statistici – una tesi difesa pochi anni fa da Jonathan Franzen in un apprezzato libretto pubblicato da Einaudi (E se smettessimo di fingere?) dove sosteneva che fosse meglio concentrare gli investimenti sul contenimento dei danni del riscaldamento piuttosto che puntare su un’utopistica riduzione della temperatura globale. La realtà, purtroppo, è che sul Mondo al contrario i media considerati più autorevoli hanno dato una drammatica prova di mancanza di professionalità. La sistematica deformazione del pensiero di un autore, e soprattutto il silenzio totale sulle sue proposte, sulle sue analisi e sulla sua visione del mondo, sono segnali molto preoccupanti.
- Così la pensano anche alcuni esponenti della destra però.
Sì, ho letto ad esempio la recensione negativa di Franco Cardini. Ma la sua è una reazione da professore universitario a professore. Non c’è alcuno sforzo di entrare nel punto di vista (e nel linguaggio!) dell’interlocutore, che invece è la cosa più interessante di fronte a un unicum come il libro di Vannacci. Lo dico come sociologo: il mero fatto che un libro autoprodotto venda più di 100 mila copie in poche settimane, superando di gran lunga tutti i “venerati maestri” che si contendono l’attenzione del pubblico, è un fatto che già solo per questo merita una riflessione scientifica. Tanto più che il libro non usa nessuna delle armi improprie del nostro tempo: volgarità, sesso, pornografia, violenza verbale, promesse di salute, felicità o autorealizzazione.
- Il ministro della difesa Crosetto ha rivendicato in queste ore la scelta di averlo destituito, “sono stato più militare di lui”, ha detto. Un militare in quella posizione può dire tutto come potrebbe fare un altro comune cittadino? Non ritiene che la libertà di espressione abbia dei limiti?
Le rispondo con una certa sofferenza, perché ho grande stima (e simpatia) per Guido Crosetto. Ebbene, penso anch’io che la libertà di espressione abbia dei limiti. Ma sono quelli fissati dalla Costituzione e dalla legge, non dall’opportunità politica.
- A quali limiti si riferisce?
Innanzitutto all’articolo 21, secondo cui “sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”. E in secondo luogo al codice (penale e civile) che stabilisce in modo piuttosto preciso i casi nei quali un’opinione diventa illecita (calunnia, diffamazione, ingiuria, minaccia, vilipendio, apologia di reato, incitamento alla discriminazione). Nel libro di Vannacci non ci sono né offese al buon costume (semmai critiche a chi lo offende), né tracce dei reati previsti dal codice penale. E non si può neppure dire, come ha incautamente affermato il Generale Camporini, che l’articolo 98 della Costituzione preveda limiti alla libertà di espressione di magistrati, militari di carriera, agenti di polizia. L’articolo 98 si limita a dire che, per tali categorie, la legge può “stabilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici”.
Insomma, come liberale, trovo semmai che le norme attuali siano eccessivamente limitative della libertà di manifestazione del pensiero.
- E quindi ci sono temi di destra di cui Vannacci diventa paladino e che la destra di governo, Fdi e Lega, non rappresenta più?
Secondo me è un errore collocare Vannacci sullo spettro politico, o confrontarne le posizioni con quelle dei partiti di destra. Certo, la maggior parte delle idee di Vannacci sono discutibili, conservatrici, e spesso nostalgiche. Ma il suo libro è la descrizione di uno stato d’animo, non un manifesto politico.
- Può nascere altro a destra? O Vannacci sarà assorbito nella destra di governo?
Io mi auguro che Vannacci non entri direttamente in politica, ma continui a fare – in modo meno rozzo – quel che ha fatto finora: dare voce a un segmento importante della società italiana.
- La solita “maggioranza silenziosa”?
Direi di no. La maggioranza silenziosa rappresentava solo ed essenzialmente una richiesta di ordine. Nel Mondo al contrario c’è di più e di meno: la nostalgia per un mondo più ordinario, non semplicemente più ordinato. Un mondo più aderente al senso comune, più tradizionalista, meno ostaggio delle minoranze organizzate. È il mondo della maggioranza? Credo di no. Quella di Vannacci a me pare una silenziosa minoranza di massa. Che in lui sta trovando un modo di far sentire la sua voce.
È il mondo della maggioranza? Credo di no. Quella di Vannacci, a me pare una cospicua minoranza silenziosa. Che in lui sta trovando un modo di far sentire la sua voce.