Libertario e liberale non è la stessa cosa
Come tutti i garantisti libertari Piero Sansonetti—peraltro un giornalista non poco benemerito per le critiche rivolte alla magistratura militante—non ha capito ancora cosa sia la democrazia liberale e questo per non aver preso sul serio il pluralismo. Quest’ultimo significa che i valori sono tanti e tutti iscritti nell’umano e che, a decidere quale debba prevalere, quando entrano in competizione, è il giudizio degli elettori. Intervenendo su Rete 4, con una foga inconsueta, Sansonetti ha assimilato Eugenia M. Roccella a un ministro di Francisco Franco o di altri dittatori contemporanei. Per lui i valori ai quali si ispira il nostro Ministro delle Pari Opportunità e la Famiglia non sono valori ma rigurgiti inquisitoriali, attentati alle libertà dei cittadini che dovrebbero avere la precedenza su ogni altra considerazione e, soprattutto su quelle politiche. Chi non la pensa come noi, in questa logica, è fascista essendo fuori questione che certi diritti sono sacri e inviolabili. In tal modo, però, viene azzerata l’autonomia della politica e ai governi si chiede solo di realizzare quello che è Giusto. Ma giusto per chi? E se non si fosse d’accordo, per es., che il mancato riconoscimento del matrimonio gay con adozione sia un attentato alle libertà dei cittadini? Se già il giusnaturalismo classico era sommamente discutibile con la sua pretesa che esistono diritti che debbono solo essere portati alla luce e codificati nelle leggi, quello libertario diventa un’ rompete le file’, che consente a ogni individuo di perseguire la felicità come, quando e quanto vuole: la fine di ogni legame sociale.
Intendiamoci, non sto difendendo la Roccella (che neppure a me è simpatica a causa del suo tradizionalismo), sto solo dicendo che criminalizzarla perché la sua etica politica è diversa da quella di Sansonetti significa porsi al di fuori della civiltà liberale. Se un disegno di legge viola diritti fondamentali dev’essere la Corte Costituzionale a bocciarlo; se è in contrasto con le nuove sensibilità maturate all’interno della società civile, saranno gli elettori a punirne l’autore. Indire una crociata laica ogni volta che una misura governativa non ci piace, significa solo il trionfo del manicheismo, cavallo di Troia della mentalità totalitaria..