A due anni da Codogno – 10 domande al CTS e alle autorità politiche

19 Febbraio 2022 - di Giorgio Buonanno - Luca Ricolfi

SocietàSpeciale

A due anni esatti dallo scoppio dell’epidemia (Codogno, 20 febbraio 2020), dopo oltre 150 mila morti, è giunto il momento che chi ha gestito l’epidemia risponda alle tante domande che finora non hanno trovato una risposta.

Ecco le dieci che ci paiono più importanti:

  1. Perché, all’inizio della pandemia, è stato dichiarato che l’Italia era “prontissima” ad affrontare il virus, nonostante il piano antipandemico del 2006 non fosse stato attuato, e tantomeno aggiornato?
  1. Perché, dopo aver preso in considerazione la chiusura immediata (primi giorni di marzo) della zona di Nembro e Alzano, si è rinunciato a metterla in atto?
  1. Perché è stata completamente ignorata la lettera aperta degli scienziati italiani che, fin dal 29 marzo del 2020, avevano suggerito di sostituire ai lockdown prolungati il protocollo dei paesi orientali, basato su test di massa, tracciamento elettronico e quarantene vere (non in famiglia)?
  1. Perché, almeno dopo il primo anno, non è stato creato un sistema di sorveglianza epidemiologica e allerta precoce nelle scuole?
  1. Perché nel Comitato-tecnico-scientifico sono stati esclusi ingegneri e studiosi di qualità dell’aria?
  1. Perché, nonostante le evidenze scientifiche disponibili fin dall’estate del 2020, è stata prima negata e poi trascurata la trasmissione aerea del virus?
  1. Perché, anche dopo il riconoscimento della trasmissione aerea del virus da parte dell’OMS (luglio 2020), il problema della messa in sicurezza degli ambienti chiusi non è mai stato affrontato in termini ingegneristici, ovvero garantendo, anche mediante la ventilazione meccanica controllata, la qualità dell’aria respirata?
  1. Perché gli interventi di messa in sicurezza da agenti patogeni respiratori negli ambienti chiusi non sono rientrati nel PNRR?
  1. Perché fino all’ultima parte del 2021 è stata negata la trasmissione del virus da parte dei vaccinati, salvo poi – erroneamente – considerarla trascurabile rispetto a quella dei non vaccinati?
  1. Perché la somministrazione della terza dose è iniziata solo a ottobre 2021 quando almeno da giugno, grazie ai dati israeliani, si conosceva la ridotta protezione temporale dei vaccini rispetto al rischio di contagio?

 

    Giorgio Buonanno – Luca Ricolfi

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Per chi vuole approfondire:

  1. Perché, nonostante le evidenze scientifiche disponibili fin dall’estate del 2020, è stata prima negata e poi trascurata la trasmissione aerea del virus?

https://www.who.int/news-room/commentaries/detail/transmission-of-sars-cov-2-implications-for-infection-prevention-precautions

https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/coronavirus-disease-covid-19-how-is-it-transmitted

  1. Perché gli interventi di messa in sicurezza da agenti patogeni repiratori negli ambienti chiusi non sono rientrati nel PNRR?

 Morawska et al. (2021) A paradigm shift to combat indoor respiratory infection. Science, 372 (6543). pp. 689-691. ISSN 0036-8075).

  1. Perché fino all’ultima parte del 2021 è stata negata la trasmissione del virus da parte dei vaccinati, salvo poi – erroneamente – considerarla trascurabile rispetto a quella dei non vaccinati?

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/variants/delta-variant.html

https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00648-4/fulltext