di Rossana Cima e Luca Ricolfi
I dati comunicati della Protezione Civile non ci consentono, purtroppo, di fare analisi puntuali sulla diffusione dell’epidemia nel nostro Paese sia perché spesso sono oggetto di consistenti ricalcoli, sia perché il 24 giugno si è verificata un’interruzione di serie: a livello provinciale, i nuovi casi di positività non vengono più classificati in base alle ospedalizzazioni, ma in base alla residenza.
Si può però tentare comunque di delineare un quadro generale della diffusione dell’epidemia con i pochi dati a nostra disposizione.
I grafici che seguono rappresentano l’andamento dei nuovi casi settimanali in 97 province (vedi nota tecnica).
In base alle ultime informazioni disponibili (6 luglio, ore 18.00), sono 24 (su 97) le province che presentano, nell’ultima settimana (29 giugno – 6 luglio), un incremento di nuovi casi uguale o superiore a 5 rispetto alla settimana precedente. Tra queste ve ne sono una decina (Mantova, Cremona, Ravenna, Roma, Lodi, Modena, Treviso, Imperia, Torino e Firenze) con aumenti apprezzabili superiori alle 10 unità.
Seguono in graduatoria le province di Parma, Avellino, Cuneo, Sassari, Chieti, Reggio Emilia, Trieste, Lecco e Padova con incrementi fra le 7 e le 9 unità.
Le province di Pescara, Alessandria, Asti, Vercelli e Terni presentano aumenti relativamente più modesti (+5 unità); si tratterà di vedere nei prossimi giorni se questi incrementi sono indicativi di un’inversione di tendenza o se si tratti di una semplice fluttuazione.
Da segnalare sono anche Frosinone, Biella, Vicenza, Grosseto, Pordenone, Salerno, Forlì e Udine. Sono tutte province con incrementi settimanali (29 giugno – 6 luglio rispetto alla settimana precedente) inferiori alle 5 unità, ma con una curva epidemica che tende all’aumento da almeno una settimana. Anche in questo caso, è presto per capire se si tratta di mere oscillazioni.
In tutto vi sono 24+8 province a rischio o relativamente problematiche.
Accanto a queste 24+8 province ve ne sono invece 6 che, seppur registrando ancora un numero di nuovi contagi significativo, presentano una curva epidemica tendente verso il basso. Si tratta di Como, Sondrio, Novara, Varese, Brescia e Bergamo. Nell’ultima settimana migliorano anche le province di Reggio Calabria, Verbano-Cusio, Ferrara, Bologna, Caserta, Macerata, Savona e Belluno.
Segnali positivi arrivano, invece, da 33 province con un profilo di convergenza a zero-contagi o comunque molto vicino allo zero. Si tratta prevalentemente di province del Sud, ma ve ne sono anche del Centro e del Nord (Aosta, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Siena e Perugia).
Segnali meno nitidi arrivano da altre province. Da segnalare Milano, Bolzano, Verona, Genova, Pavia, Monza e Arezzo. In queste province la curva epidemica non da segni di avvicinamento a zero anche se da almeno sette giorni si registra una sostanziale stabilità degli incrementi settimanali.
Difficile valutare l’andamento del contagio nelle altre province. In alcuni casi (ad es. Rimini) le curve mostrano oscillazioni, in altri casi (ad es. Nuoro) i dati sono stati oggetto di ricalcolo e per questo gli incrementi settimanali risultano spesso negativi.
Per avere un quadro ancora più generale sulla diffusione dell’epidemia possiamo ora cercare di capire quante sono le province con un incremento di nuovi casi (per 100 mila abitanti) settimanali superiore alla media nazionale.
Il risultato è il seguente. In base all’ultimo dato disponibile sono ben 26 (su 97) le province con una densità di nuovi casi ogni 100 mila abitanti superiore alla media italiana. Quello che è forse più importante osservare è che il trend, dopo una fase di progressivo calo, è tornato a crescere da metà giugno.
Nota tecnica
I dati utilizzati nell’analisi sono quelli diffusi quotidianamente dalla Protezione Civile aggiornati al 6 luglio (ore 18).
La serie storica dei dati provinciali è stata ricalcolata per tenere conto dell’interruzione di serie che si è verificata il 24 giugno in seguito alla nuova classificazione dei casi positivi (non più in base alla provincia in cui è avvenuta l’ospedalizzazione, ma in base alla residenza della persona risultata positiva al COVID-19).
Data l’impossibilità di stabilire, provincia per provincia, che cosa è effettivamente avvenuto tra il 23 e il 24 giugno, i dati sono stati ricalcolati assumendo che, fra le due date, gli incrementi giornalieri dei nuovi casi fossero pari a 0.
Dall’analisi sono state escluse le province della Sicilia e la provincia di Trento perché oggetto di consistenti ricalcoli.