Il rischio povertà o esclusione sociale
Nel 2015 (ultimi dati disponibili) il 28,7% della popolazione italiana era a rischio povertà o esclusione sociale. Circa 17,5 milioni di persone hanno sperimentato dunque almeno una delle seguenti condizioni:
- percepire un reddito equivalente inferiore al 60% del reddito medio disponibile nazionale
- sperimentare difficoltà dal punto di vista materiale (come essere in arretrato nel pagamento di bollette o affitto, o il non poter sostenere spese impreviste di 800 euro)
- vivere in famiglie con bassa intensità di lavoro.
Con questo valore il nostro paese si colloca in ottava posizione tra i paesi della UE (UE a 28), al di sopra della media europea (23,8%) e di quella dell’Eurozona (23,0%).
La quota di chi sperimenta un certo grado di disagio economico e sociale, quota che tra il 2004 e il 2010 era rimasta sostanzialmente stabile oscillando intorno al 25%, ha iniziato a salire bruscamente nel 2011 sfiorando addirittura il 30% l’anno successivo. Ha poi invertito la rotta nel 2014, ma nel 2015 e leggermente risalita toccando appunto il 28,7%.
È il Mezzogiorno a presentare i valori più elevati. Qui le cifre superano addirittura il 40%, raggiungendo il 55% in Sicilia.