In più di un paese su 3 non c’è stata alcuna seconda ondata
Se in Italia la curva dei contagi (misurata come rapporto fra nuovi positivi e casi testati) ha finalmente iniziato una fase decrescente, i decessi non sembrano ancora aver invertito la rotta. Il trend di crescita sta rallentando, ma i numeri rimangono ancora alti.
Occorre però guardare a ciò che è successo in altri paesi per meglio valutare l’evoluzione dell’epidemia in Italia. Tutti i paesi sono stati investiti da una seconda ondata o vi è chi è riuscito a tenere sotto controllo l’epidemia?
L’unico indicatore affidabile che ci permette di fare comparazioni internazionali è il numero di decessi rapportato alla popolazione. L’individuazione di nuovi casi dipende pesantemente dalle diverse politiche adottate sui tamponi.
Un primo punto interessante da sottolineare è che l’epidemia non ha rialzato la testa ovunque. Su 25 paesi a noi più comparabili (società avanzate esclusi i paesi di piccole dimensioni) 10 non hanno affatto registrato una seconda ondata. Si tratta di Nuova Zelanda, Giappone, Australia, Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan e di quattro paesi europei (Irlanda, Danimarca, Finlandia e Norvegia).
Fra questi ve ne sono ben 6 in cui non si può neppure parlare di prima ondata (Nuova Zelanda, Giappone, Australia, Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan).
Due (Israele e Grecia), invece, sono i paesi che hanno registrato numeri molto contenuti durante il primo periodo e solo ora sono entrati in una fase acuta dell’epidemia.
Nei restanti 13, l’epidemia ha accelerato sia nella prima che nella seconda fase.
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Come si vede dai grafici seguenti, in Svizzera, Austria e Portogallo la seconda ondata è stata addirittura più grave della prima. Mentre però in Svizzera la curva è tornata a puntare verso il basso, Austria e Portogallo non hanno ancora invertito il trend.
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I numeri sono in aumento anche per Regno Unito, Grecia, Germania, Svezia, Canada e Italia.
Se si considera però quel che è successo negli ultimi due mesi (ottobre e novembre), solo il Belgio registra numeri peggiori dell’Italia.
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Nota tecnica
I dati utilizzati nell’analisi provengono dal database dalla Johns Hopkins University aggiornati al 29 novembre.
Quanto possibile, i dati sono stati corretti per tenere conto dei ricalcoli effettuati dalle autorità nazionali che hanno fornito il dato.
Per “ondata” intendiamo una situazione in cui i nuovi contagiati settimanali per 100 mila abitanti è superiore a 1.