Proteggete il Centro-Sud e le zone franche
In primo pianoSocietàVivo al Nord, alcuni mi considerano (sbagliando) un paladino degli interessi del Nord, ma oggi devo unirmi all’invito di Virman Cusenza (direttore del “Messaggero”) e dirlo chiaro e tondo: arrivati a questo punto, preservare il Sud e il Lazio – almeno in parte e in qualche misura – dalla sorte toccata a buona parte del Nord e del Centro per colpa di un governo tardivo, irresoluto e irresponsabile, è essenziale se vogliamo che l’Italia abbia ancora un futuro. Il che significa: fare in modo che le limitazioni alla circolazione, una misura che gli studiosi più lucidi hanno sollecitato da tempo, siano una cosa seria.
La ragione è semplice: la diffusione del virus, per quanto di entità drammatica anche al Sud e nel Lazio, è attualmente 30 volte minore rispetto alle regioni del Centro-Nord, in cui solo Bolzano sembra in parte salvarsi. In termini temporali: il Sud, con il Lazio, si trova oggi più o meno nella situazione in cui le regioni più colpite del Nord si trovavano 12 giorni fa. Detto altrimenti: ha un piccolo vantaggio temporale, di cui può approfittare.
Nessun territorio, salvo forse la Calabria (che ha 100 volte meno positivi della Lombardia), può provare a sperimentare che cosa sarebbe successo se il governo si fosse mosso un mese fa, quando i cosiddetti allarmisti lo imploravano di agire. Ormai è troppo tardi.
Ma il Mezzogiorno nel suo insieme può almeno sperimentare, a proprio vantaggio, la riduzione del danno di cui il Nord avrebbe potuto beneficiare con un governo più risoluto.
Solo una cosa sento ancora di dover raccomandare agli amici del Mezzogiorno: usate pure i dati (elaborati dalla Fondazione Hume), che trovate qui sotto per confortarvi un po’, per prendere coscienza di quanto meno pericolosa sia la situazione del Sud e del Lazio rispetto a quella del resto d’Italia, ma non fate l’errore di pensare che, allora, potete stare meno attenti di noi, intrappolati nelle zone rosse del centro-nord. Proprio perché la vostra situazione è, per ora, meno drammatica della nostra, approfittatene per proteggervi nel modo più rigoroso possibile.
Ne va del vostro futuro, e anche del nostro.
Fonte: Elaborazioni Fondazione Hume su dati Dipartimento della Protezione Civile (aggiornamento al 9/3/2020)
Pubblicato su Il Messaggero del 10 marzo 2020